Il padre di Francesco Cavaliere, attuale titolare della Tenuta Calizzi, noto avvocato civilista, apparteneva a una famiglia di proprietari terrieri, ma anche la madre, figlia unica discendente dai baroni de Raho di Cassineto, antica famiglia di origine Normanna, vanta un altrettanto forte legame con la terra e la ruralità.

Il nonno materno di Francesco Cavaliere è stato, tra tutti, colui che ha creduto moltissimo nelle proprietà di famiglia. Nel 1910 decise di abbandonare la professione di medico – anche per motivi caratteriali – per occuparsi a tempo pieno della conduzione delle campagne, avvalendosi di personale esperto e qualificato, con l’obiettivo di giungere a risultati d’eccellenza, diventando ben presto un modello vincente, da imitare, per altre aziende del territorio.

Si ricorda l’utilizzo di una locomobile cioè di un grosso generatore di vapore per alimentare i macchinari del primo frantoio oleario e l’impianto di illuminazione ad acetilene presente in ogni locale del centro aziendale.

I risultati furono brillanti, ma non privi di grossi sacrifici, in termini di tempo impiegato e di risorse umane e finanziarie investite, considerando peraltro che non era ancora percepita all’unisono l’idea di poter rendere economicamente vantaggiose le attività agricole, alla pari delle imprese industriali.

In quegli anni le proprietà era più estese e abbracciavano più comuni. Il bisnonno già aveva arricchito le tenute dotandole di aree di trasformazione dei prodotti della terra. Il grande problema che si dovette sopportare con dolore fu la terribile azione distruttiva esercitata dalla fillossera sul vigneto. Da allora in poi, a primeggiare tra le varie colture delle proprietà della famiglia Cavaliere de Raho furono gli olivi, piante che ancora oggi investono la gran parte della superficie coltivata, permettendo all’azienda di ricavare, dalla molitura tempestiva e sollecita delle olive, oli eleganti e morbidi, sapidi e ricchi di carattere.

Nel 1929 si insediano gli impianti per l’estrazione dell’olio dalle olive. Il frantoio risulta tra i più antichi del territorio, a testimonianza di un impegno nel puntare sempre lo sguardo in avanti. Da allora, e sin dall’esordio nel mondo rurale della famiglia di Francesco Cavaliere de Raho, il cammino non è mai cessato.

E’ nel 1985 che avviene la grande svolta, quando l’attuale titolare della Tenuta Calizzi, dopo gli studi di Ingegneria Meccanica con indirizzo Costruttivo Motoristico presso il Politecnico di Milano ed aver arricchito la specializzazione in Ingegneria Agriaria presso l'istituto della Facoltà di Agraria sotto la formazione del grande professore giuseppe , ha pensato bene di seguire le orme del nonno, di cui porta con orgoglio il medesimo nome, per ridare slancio e competitività a un’azienda che ha fatto della diversificazione produttiva il proprio punto di forza.

In un ritratto leterario-giornalistico del 2004, pubblicato nel libro 50 pugliesi nel mondo – protagonisti dell’enogastronomia pugliese, a firma di Lory Pesce Bunamico, si legge curiosamente la seguente affermazione:
“(...) con entusiasmo in quantità industriale e con tenacia, che considero una grande qualità, sino a quando non diventa ostinazione e con la collaborazione di un consistente gruppo di lavoro, si è realizzata una ‘magia’! Ma nella mia vita di fondamentale importanza è stata: la capacità di saper accettare anche il dolore come valore positivo. E’ questo atteggiamento che mi consente perseguire un ideale umanistico e costituisce il presupposto della realizzazione dei miei intendimenti e della felicità”.

Nota: La “magia” si riferisce all’introduzione della coltivazione dei Frutti di Bosco resa possibile dalla genialità del grande professore Giancarlo Bounous di Torino.

Leggi l’intervista a Francesco Cavaliere de Raho